Quando correre ha un significato diverso. Il racconto di una corsa particolare, con la Podistica Solidarietà, l’AISM e ..Alessio
Sarò monotono, per qualcuno, nel continuare a parlare di una corsa ormai terminata, ma a volte correre può assumere anche un significato diverso. È questo il caso credo. Riporto volentieri il racconto della mia cara amica Patrizia Cini atleta di valore indiscusso (lo scorso anno quinta alla Firenze Marathon nda) nonché persona di valori umani invidiabili. Pat vivendo a Roma ha ovviamente preso parte alla Human Race, ma lo ha fatto in un modo e con una persona che definirei singolare e della quale vale la pena parlare. Alessio Guerri ha corso la 10km una settimana dopo aver completato correndo, in due giorni, la strada da Jesi a Roma (300 km) contro la sclerosi multipla, malattia da cui è affetto. In collaborazione con l’AISM.
Mentre scrivo ho dentro ancora tanta emozione ed il sorriso di una bella notte romana trasformatasi in pura magia !!! Scelgo di utilizzare i mezzi per arrivare alle Terme di Caracalla e già nella metro si respira un’aria speciale, piena di aspettative e colorata di rosso. Davvero tanti gli atleti con la maglia ufficiale e ci scambiamo gli sguardi complici di chi ha qualcosa di bello da fare e condividere. Ritiro il pettorale e trovo il caloroso abbraccio di Alessio che è tornato a Roma per salutare noi della Podistica Solidarietà e correre insieme. Chi è Alessio? E’ soltanto un ragazzo che sprizza gioia di vivere da tutti i pori e che ha una malattia chiamata sclerosi multipla. È partito da Jesi per arrivare a Roma raccontare così a tutti che è possibile fare qualunque cosa se la si desidera veramente. Che lezione per noi! Ci siamo conosciuti in quegli ultimi 10 km nei quali noi atleti della Podistica Solidarietà abbiamo avuto l’onore di accompagnarlo al Colosseo (il 24 agosto). Oggi mi guarda e dice che gli piacerebbe tanto fare questa gara con me…lo dice timidamente, un po’ a bassa voce ed io sento una bella sensazione di gioia… ‘Con me ? Ecco il piano: la facciamo a 5 al km (dice lui), proviamo a partire davanti (tanta faccia tosta e l’aiuto provvidenziale di Martina che è parte dell’organizzazione), ci godiamo questa Roma accesa di rosso. Arriviamo in cima al serpentone; proprio davanti a tutti, insieme agli atleti della nazionale, a Carl Lewis, Linus, Venuste e chi più ne ha più ne metta! Alessio lo conoscono in tanti, saluta Caimmi ed abbraccia un tale che si chiama Paul Tergat…boh. Intorno un gran frastuono di telecamere e gambe capaci di volare, la sensazione di un altro mondo. Saluto Venuste ed a mia volta lo presento a tutti quelli che conosco io. Alessio ha un bel sorriso che non lo abbandona mai, il suo parlare mentre corre, l’entusiasmo, la forza di un ragazzo che a pochi giorni dall’impresa che ben conosco mi strapazza ben bene e mi fa volare fino al tredicesimo posto della classifica femminile. Già perché Alessio la voleva correre a 5 al km ed è partito a 4.30, dopo qualche km si è librato leggero ed ho dovuto fare non poca fatica per stargli dietro. Mi sono domandata più volte dove trovasse la forza, lui che è affetto da una malattia il cui solo nome fa paura e che ha sudato e riso con tutti noi, ha vissuto con gioia ogni attimo ringraziando me che lo ringraziavo a mia volta! Raramente ho provato sensazioni paragonabili a quelle di ieri sera. Quasi dimenticavo di dirvi che ho skiokkato due baciotti a Carl Lewis ma garantisco a tutti voi che le guance del ‘Figlio del vento’ sono molto meno emozionanti del gomito di Alessio che ha ‘litigato’ con il mio per tutti i 10 km.
Grazie per il bel racconto Pat